I primi sei mesi
- Antonio Pilogallo
- 31 ott 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Qualche giorno fa ho completato i primi sei mesi di vita in Marocco, il che mi ha portato a tentare di ricapitolare alcuni passaggi salienti, che riassumo qui.
La lingua
Il francese non mi piace. Ci sta poco da fa’.
Si, piano piano lo sto comunque imparando e riesco anche a fare brevi conversazioni di senso compiuto, ma parlarlo mi fa sentire:
1) stupido - a causa della posizione a beccuccio delle labbra,
2) superficiale – che tanto tutte le parole si pronunciano uguali e, in caso di dubbio, con una ‘a’ nasale,
3) altezzoso – del tipo che potrei dare all'improvviso una testata al petto del mio interlocutore (cit. Zidane) e non sembrerebbe poi così strano.
Inoltre, siccome ancora non capisco tanto bene, i miei sforzi di fare conversazione si traducono in una inevitabile serie di “cosa? cosa?”. Che almeno, quando ci sono passato per l’inglese (“uot? uot?”- what) o per il portoghese (“ucché? ucché?” – o que), non suonavano come una cavolo di anatra sguaiata (“quaà? quàà??!” – quoi).
Putain.
Con l’arabo è una battaglia persa: ogni volta finisco per dire qualcosa di offensivo. L’ultima volta che ho provato a ordinare un caffè pare che invece abbia detto qualcosa tipo “testicolo schiacciato” (!!).
Dunque, preferisco non impararlo ma almeno rimanere nel rispetto della legalità e delle cameriere musulmane.
Il nervosismo
A quelli che mi accusano di essere un tipo nervoso, vorrei fargli passare qualche giorno a Casablanca. Al confronto con ciò che mi circonda, io sembro quasi un monaco zen.
Almeno una volta a settimana c’è una scaramuccia / rissa che coinvolge, senza esagerare, dalle 5 alle 20 persone, nella sola stradina sotto casa. Di solito, mi hanno spiegato, gli uomini si arrabbiano per comportamenti ritenuti non consoni da parte della loro moglie. Invece, le donne si arrabbiano per veri e propri tradimenti, che spesso rappresentano la loro grande occasione per ottenere il diritto di divorziare. Per questo motivo, la moglie tradita fa di tutto per montare uno scandalo che coinvolga tutto il vicinato e questo implica urla, imprecazioni, vetri rotti e tutti gli elementi più tipici della sceneggiata napoletana.
Anche il mio umore è ballerino. L’altro giorno al Carrefour ho visto che vendevano la Viennetta, ed ero contentissimo. Poi ho visto che costa tipo 8 Euro, e volevo piangere.
La sicurezza
A dispetto delle apparenze, Casablanca è una città abbastanza sicura.
Voglio dire, una volta hanno anche provato a rubarmi il portafogli, ma delle reminescenze di dialetto aviglianese stretto mi hanno protetto, a dimostrazione che non solo l’arabo può essere minaccioso.
Ma a parte questo, non ho mai veramente sentito una sensazione di pericolo.
Tranne una volta che stavo su un volo della Air Arabia, alle 5 di mattina, in attesa di decollare.
Sonnecchiavo, perché ero sveglio dalle 2, e stavo cercando la posizione giusta sullo stretto sedile quando nell’aereo risuonano distintamente le tanto temute parole:
“Allahu Akhbar! Allahu Akhbar! Allahu Akhbar!”.
…..
E niente, sulla Air Arabia prima del decollo trasmettono su tutti gli schermi dell’aereo la cosiddetta ‘preghiera del viaggiatore’, con tanto di sottotitoli in inglese. E la preghiera comincia, appunto, con il famigerato versetto che loda la grandezza di Dio.
Quindi, questo: qualche secondo di ignoranza, poi ho ripreso a sonnecchiare.
Africa o Medio Oriente?
Il Marocco è più Africa, come vorrebbe la geografia, o più Medio Oriente, come sembrerebbe dalla cultura? Questo quesito viene fuori spesso, specie in pista da ballo – ma non solo.
Che la cultura predominante sia quella araba, nonostante la presenza di numerose influenze indigene (Berbere) o importate (Europee), è fuori discussione.
Tuttavia non è difficile trovare elementi di pura africanicità, come ad esempio:
- l’idraulico che tenta di riparare il lavandino a martellate, trasformando la perdita di una appena fastidiosa mini-goccia d’acqua nella necessità di chiudere il rubinetto centrale ogni volta che finisco di lavarmi..
- l’agente immobiliare che si fa lasciare le chiavi di casa nella cassetta della posta, ma poi non ha le chiavi della cassetta e quindi si fa prestare una chiave inglese e la usa come leva per scassinarla inesorabilmente di fronte ai miei occhi di potenziale acquirente, lasciandola poi per sempre incapace di richiudersi (questo è successo ad Aprile, ma me ne ricordo ogni volta che mi arriva una bolletta)..
- l’usanza della mazzetta, che in Mozambico era ‘refresco’ (rinfresco) e invece in Marocco è il ‘pourboir’ (per bere). Deve essere che fare il poliziotto in Africa fa venire sete..
Comunque. I primi sei mesi sono alle spalle ma ancora persiste la sensazione di avere tanto da fare e vedere. Inshallah.
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