Ramadan!
- Antonio Pilogallo
- 8 giu 2016
- Tempo di lettura: 2 min

I marocchini sono normalmente molto amichevoli e ospitali, si farebbero in quattro per aiutarti. Come il tipo della lavanderia sotto casa, che ha imparato a usare google translate sul cellulare solo per comunicare con me. O il tipo nella foto, che ci stava ‘indicando’ la direzione per casa.
Fra i mille consigli ricevuti, quello in assoluto più ricorrente è quello che mi metteva in guardia dal periodo di Ramadan. Sin dal primo giorno con le risorse umane, al pranzo di benvenuto con il manager, al quotidiano con i colleghi, i primi quaranta giorni sono stati una specie di escalation di messaggi ansiosi:
- vedrai
- sono tutti più stanchi
- sono tutti più nervosi
- si picchiano in mezzo alla strada
.. e così via!
Alcuni, fra colleghi e amici, sono stati più premurosi, dicendomi cose tipo:
- ti hanno già dato una lista di consigli su come comportarti e cose da sapere?
- Non ti preoccupare, sarà tutto normalissimo! (per poi guardarsi fra di loro e ridere)
- Vai a fare scorta di birra almeno 10 gg prima dell’inizio del mese, sennò rimani a secco.
Il risultato è che l’ansia da Ramadan ha preso anche me. L’ultimo venerdì sera il gestore (italiano) del ristorante dove siamo ci dice che alle 23 avrebbero chiuso. I buttafuori di un altro posto dove arriviamo alle 23:20 non ci fanno entrare. Alle 23:30 scatta un’ansia cittadina da Gin&Tonic che porta tutti, noi compresi, a mettersi in auto e sgommare freneticamente di qua e di là alla ricerca di un club ancora aperto dove ordinare un cocktail.
Durante il weekend siamo già tutti rassegnati. La domenica sera tutti aspettano l’annuncio ufficiale per sapere se il digiuno sarebbe cominciato il giorno dopo. Scoprire che sarebbe iniziato il martedì è stato di sollievo anche per me, che di digiunare non ne ho bisogno.
E quando il martedì arriva (ieri), il cambiamento si percepisce per davvero!
Quasi tutti i bar son chiusi, in ufficio si parla poco e per non infastidire nessuno vado a bere e mangiare gli Oreo quasi di nascosto, sebbene tutti mi rimproverino di sembrare troppo (poco?) accorto.
Durante la pausa pranzo vago alla ricerca di un bar o ristorante aperto. Durante il cammino assisto prima a due persone che litigano per una precedenza, poi a altre che gridano e si lanciano cocci di quello che era un lavandino.
Sono sicuro che è solo suggestione.
Nel pomeriggio ci è concesso uscire prima da lavoro, e lo sarà per tutto il mese. Un collega se ne va saltellando perché così può approfittarne per andare in spiaggia ed aspettare il tramonto e l’abbuffata con gli amici.
Un bar solitamente pieno di gente che gioca a carte e beve the ha già riaperto e un quartetto di irriducibili vecchietti si diletta con la Dama anche senza poter bere.
Il tipo della lavanderia mi accoglie con il solito sorriso, dice qualcosa riguardo Hamsik e il Napoli, poi mi scrive tutto contento su google translate “felice Ramadan”.
Era tutta una mia impressione, mi dico. Quasi un mese e mezzo di avvertimenti, consigli e precauzioni mi hanno effettivamente suggestionato, mi ripeto, mentre apro il portone.
Quando poi un grido squarcia l’aria, mi volto e vedo un’energica signorona lanciare un tavolino di legno contro un ragazzo reo di non-so-ché. Deglutisco, salgo a casa, aspetterò il tramonto anche io..
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