46 chili
- Antonio Pilogallo
- 15 apr 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Una delle maggiori fonti di ansia prima di prendere un aereo è quella di preparare le valigie, rispettando le mille regole imposte dalle compagnie aeree. Fra le altre, Ethiopian Airlines ti consente di imbarcare appena due valigie per un totale di massimo 46 chili di peso.
Come si fa a far rientrare oltre due anni di vita in 46 chili?
Ci sta la macchinetta del caffè rossa, la stessa che ti avevano regalato prima di trasferirmi, sopravvissuta a una coinquilina incendiaria e che ti ha regalato infiniti piccoli momenti di italianità.
Ci stanno le camice di capulana per le serate un po’ chic, e i pantaloncini di capulana per andare al mare o ai concerti di reggae o marrabenta. Ci stanno un papillon e una cravatta di capulana.
Ci stanno le foto con le cornici sempre in capulana, di quel favoloso viaggio fatto sull’altra sponda del continente.
Ci sta il quaderno delle citazioni che racchiude alcuni dei modi di dire che persone di tutto il mondo ti hanno insegnato.
Ci sta il pendaglio con la rappresentazione dei 4 Uvas, formazione di musicisti italiani che portano orgogliosamente la loro musica in giro per Maputo.
Ci sta la maglietta dei Mambas, la seleçao mozambicana, insieme alle orrende scarpette da calcetto viola e giallo fosforescente.
Ci stanno centinaia di bigliettini da visita.
Ci stanno il colbacco e guanti pesanti, che mai avresti pensato di dover comprare, ma che hanno salvato le mani e orecchie dal congelamento nel deserto. Ci sta una collanina di perline.
Ci sta la camicia rossa da acchiappo per le serate al Face2Face, il ’Tempio della Kizomba’.
Ci stanno il tuo ukulele, la tua mbira e i tuoi batik personalizzati.
Ci sta una patente internazionale ormai illeggibile, consumata da ore e ore e ore di viaggi sotto il tuo sedere. Ci sta una licenza da sub.
Ci sta una maglietta sporca di gelato al cioccolato e una ricetta di baccalà alla portoghese senza baccalà.
Ci sta un biglietto aereo per l’Italia e un altro per il Marocco.
Foooda-se!* – pensi – in due anni ho accumulato un sacco di roba! La valigia non vuole proprio chiudersi. Ci perdi il sonno la notte, versi lacrime per lo sforzo. Alla fine sono 54 chili, ti costerà più del previsto imbarcarle e inoltre a te sembrano molto più pesanti. Potresti liberarti di qualcosa e invece no, ti trascini dietro tutto: dai test per la malaria a quella giacca brutta che usavi a volte per lavoro, ai pacchi semivuoti di antibiotici o di fermenti lattici. Non lasci nulla indietro, perché sai che è tutta roba che ti servirà prima o poi.
Tanti chili son difficili da trasportare, ma per fortuna ci sono amici vigorosi che ti aiutano a caricarli fino in aeroporto. Spingono le valigie con te fin dove è possibile, fino a stiparle sull’aereo, che tanto all’arrivo ci sarà sicuramente qualcuno per fare altrettanto.
E poi niente. Una volta a casa avrai modo di disfare quei bagagli: pur senza buttare nulla, ma hai bisogno di creare subito lo spazio che ti servirà per il prossimo viaggio.
*accidentaccio! .. ma non proprio letteralmente..
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