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Xipamanine

  • Immagine del redattore: Antonio Pilogallo
    Antonio Pilogallo
  • 16 ago 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Scipamanine’ è uno dei 4 mercati popolari di Maputo e il suo nome riecheggia tutti i giorni per le strade della capitale, anche solo per il fatto di essere uno dei capolinea del trasporto pubblico, il cui nome è urlato 4 o 5 volte ad ogni fermata. Xipamanine è famoso soprattutto per quelle bancarelle dove puoi comprare rimedi, oggetti e altre cose di curanderia, ovvero della medicina tradizionale africana. Un giorno decidiamo di andarci.

Sabato mattina, piazzo la fotocamera avida di folklore nel cruscotto anteriore dell’auto, metto in moto e partiamo. Ormai in prossimità del mercato, rimaniamo bloccati nel traffico, finestrini aperti e chiacchierando. All’improvviso, qualcuno apre la portiera di dietro dell’auto, mi sporgo dal finestrino e gli chiedo “Ma cosa fai fratello, che non c’è niente da prendere!?”. Lui si scusa, scappa, poi torna indietro a chiudere la portiera, si scusa ancora e va via. Dal traffico bloccato nell’altra direzione, qualcuno mi urla “Chiudi le finestre, pah! Che ti rubbbano!”*. “Ma cosa mi rubano, che non c’è niente..!” rispondo spavaldo, mentre comunque chiudiamo finestrini e portiere.

All’arrivo nel parcheggio la fotocamera era sparita, e come sia successo è tutt’oggi un mistero.

Comunque niente, l’avevo pure previsto in fondo…..

Il mercato è.. un mercato, come quello di SanGiovanni a Roma. Bancarelle malandate che si ammassano le une sulle altre, venditori che promettono un bom preço - specialmente se ti porti via quel vestito celeste elettrico con i lustrini argentati -, odori di cibo misti a odori di marcio, Marrabenta a alto volume, e così via..

Dopo qualche giro e un momento di smarrimento volontario che ci porta nuovamente a passeggiare in periferia, finalmente troviamo i banchi di medicina tradizionale. Curiosiamo col naso all’insù e si trova davvero di tutto. Polveri colorate, corde, boccette con scritte cinesi, erbe e radici, pelli di ratti e uccelli, testicoli, teste. Il fatto che il reparto curanderia sia di fronte a quello allevamento, dove si vedono signore negoziare e poi andare via con capre al guinzaglio, forse ci induce in confusione.

Cosa ci fanno due mulunghi a Xipamanine, qualcuno ce lo chiede anche aggressivamente, probabilmente geloso o reso permaloso da precedenti visite non tanto rispettose. Qualcun altro ci difende: “Lasciali apprezzare la nostra cultura!”.

Per avere modo di interagire con qualcuno, ci inventiamo di essere una coppia che non riesce ad avere figli. Idea non mia. Comunque.

Ci portano in una bancarella un po’ più in là, dove il venditore dapprima ci mostra la tessera di appartenenza all’associazione ufficiale dei farmacisti di curanderia, poi ci propone una soluzione a base di polveri e pozioni da far assumere a lei, che deve purificarsi. Curiosamente, è sempre la donna che deve purificarsi – e questa deve essere qualcosa di culturale sulla quale, con la paura delle mie amiche che mi ritrovo, non farò dell’umorismo.

In seguito, sarebbe stata necessaria una visita da un curandeiro vero e proprio - la faccia tosta per questo ancora non ce l’ho avuta, ma la curiosità non manca..

*liberamente tradotto dal portoghese mozambicano

 
 
 

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