Pace, amore e gioia infinita
- Antonio Pilogallo
- 26 lug 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Chi mi conosce, sa che non sono quel tipo di persona un po’ hippie che fa un uso eccessivo di queste parole. In realtà, sto solo citando una canzone dei Negrita che ha fatto da colonna sonora durante la mia vita degli ultimi mesi – si, sono quel tipo di persona un po’ hippie che ha sempre una colonna sonora in testa.
“L’onda lunga dell’asfalto scaccia le parole..”
In questi giorni mi sento come di ritorno da un viaggio, come tanti ne abbiamo fatti di recente, quando posi lo sguardo fuori dal finestrino, su un deserto, un oceano o una strada (male) asfaltata, senza guardare veramente e rivivendo davanti ai tuoi occhi, ad uno ad uno, tutti i momenti del viaggio. E incroci lo sguardo con quello altrettanto perso dei tuoi amici, e sorridi con loro.
“Nei silenzi ognuno piano fruga dentro di sé”
A Maputo conosci tante persone: alcune simpatiche ma che ripartono il giorno dopo, altre buone ma un po’ snob, che non si rilassano mai, e poi altri tipi ancora. Alcune le conosci al bar, altre per lavoro, altre ancora piombano nella tua vita ‘senza paracadute’, un giorno qualsiasi mentre torni a casa sudato dopo il calcetto e ti presenti senza neanche stringere la mano.
Parlano con un accento del loro paese, con un vocabolario diverso e, a prescindere dal fatto che parlino o meno la tua lingua, all’inizio non ci si capisce niente.
“E qualcuno ancora si stupisce del fuoco sacro che ci unisce”
Alcune t’ignoreranno tutto il tempo, altre ti baciano e ti abbracciano forte la prima volta che le rivedi, ti fanno cantare e ballare con ingombranti sconosciute vestite di rosso, ti fanno parlare di te e ti raccontano di loro, ti fanno vivere dei weekend cominciati il martedì notte, ti fanno rientrare dalle vacanze più stanco di quando eri partito.
“Venti notti e poco giorno, me le sento ora che torno”
Maputo è così: gente che va e gente che viene, e chi ci vive da tanto tempo ha amici in tutto il mondo che spera tanto di rivedere e forse non succederà mai. Persone con cui condividi un viaggio, un pezzo di strada in cui l’intensità della bellezza, delle musiche, dei canti e dei balli, degli imbarazzi, degli insulti, delle mangiate, delle emozioni, degli abbracci, delle lacrime, non sono sminuiti dalla tristezza momentanea della separazione.
“Scosse forti all’anima, che nessuno scorderà più”
In questi giorni mi sento come di ritorno da un viaggio, come quando ti ritrovi all’Associaçao dos Musicos e rincontri alcuni che avevi trascurato, che però ti perdonano, e rincontri il fratello maggiore che ha viaggiato insieme a te, che ti passa una birra, che fa cin-cin e sorridendo ti poggia una mano sulla spalla.
“Brindo a voi e questa vita, pace, amore e gioia infinita”.
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