Mi raccomando, non correte! (pt2)
- Antonio Pilogallo
- 2 nov 2014
- Tempo di lettura: 2 min

Percorriamo a passo svelto il piazzale che ci separa dalla recinzione, rallentando nell’ultimo tratto e avvicinandoci più lentamente. Non vogliamo disturbare il pasto del pachiderma, che strappa vorace le foglie di una pianta grassa e di un albero allungando la proboscide appena dentro il recinto.
Primi foto e video pieni di woow e risatine sottovoce, mentre cerchiamo di arrivare più vicini possibile. Poi arriva il momento dei selfie.
“Dai, tutti insieme!”
“Dai, fate la linguaccia!”
“Aspetta, facciamolo anche con la mia macchina!”
Nel farlo, diamo ovviamente le spalle all’elefante, il quale comincia a indispettirsi permaloso e camminare verso di noi, seguendo il bordo della recinzione.
“Oh raga, si sta muovendo verso di noi”
“Dai, facciamone un’altra! Faccia cattiva, sta volta!”
“No serio, mi pare che ci guardi..”
“Sorridete.. ciiiiiisss!”
“Oh, indietreggiamo un po’, dai..”
Quando finalmente ci rendiamo conto che l’animale è un po’ nervoso e, si, sta avanzando lentamente verso di noi, il buon senso ricevuto nell’educazione infantile torna a farsi vivo: “Oh raga! Mi raccomando, non correte!”
Tutti d’accordo per indietreggiare senza mostrare paura, l’attimo prima di vedere che l’elefante ha cominciato a correre. L’attimo dopo, al contrario, è tutto un “Cazzo! Correte! Correte!”. Nell’ultima immagine che ricordo della carica, la belva aveva già superato senza danno il filo spinato e stava caricando decisamente su di noi.
Qualche secondo e decine di metri dopo, ci accorgiamo che il pericolo era passato. L’elefante, che in realtà non aveva mai superato la recinzione, ha rinunciato a inseguirci.
Forse perché, casualmente, eravamo scappati in 4 direzioni differenti.
Forse perché, nella sua infinita saggezza, voleva darci una lezione e insegnarci a non sottovalutare i veri padroni della natura.
O forse perché, anche nel regno animale, c'è chi fa gli scherzoni.
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