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Digressione (ovvero ferie)

  • Immagine del redattore: Antonio Pilogallo
    Antonio Pilogallo
  • 3 ago 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

Al termine dei primi sei mesi in Mozambico, sono rientrato un paio di settimane in Italia per le meritate ferie invernali – “Coooosa?! Eri in Italia e non m’hai detto gnente?!?” ..sorry.. – e la cosa, sinceramente, m’incuriosiva: chissà che effetto mi farà questa o quell’altra cosa / chissà se è vera la storia del mal d’Africa / chissà se noterò una vera e propria differenza / etc.

E niente, è forse per questa curiosità che ho potuto fare caso ad alcune situazioni a cui, probabilmente, già mi ero abituato.

Tipo andare per strada a Potenza camminando a testa bassa, con lo sguardo costantemente alla ricerca di buche, ferri sporgenti o banchi sabbiosi. In Italia, utile solo a dare un’impressione di autismo o, al più, a individuare chewin-gum spiaccicati dalle forme più curiose. In Mozambico, fondamentale nelle piccole cose di tutti i giorni, come non sporcarsi le scarpe da lavoro o non rompersi una caviglia.

O ancora al mare in Puglia dove, commentando i duecento ombrelloni in duecento metri di spiaggia con un “Ammazza, quanta gente!” ricevi come replica uno smarrito “Ma no.. ma dove? Non c’è quasi nessuno oggi!”

E comunque si, mi son perso in queste cazzate, e quindi alle domande di cui sopra tutt’oggi non so rispondere.

In ogni caso, ho capito subito di aver cambiato paese al bar dell’aeroporto dove, appena sbarcato, avevo un cappuccino come primo desiderio impellente. A Maputo, prima di arrivare a chiederlo, avrei dovuto informarmi sulla salute e la felicità del barista e, magari, della sua famiglia. A Fiumicino, mi avvicino alla cassa per fare lo scontrino ed esordisco: “Salve, come va?”. La risposta della cassiera è stata una muta occhiata, che deve aver riassunto più o meno questo pensiero: “Alle 6 di mattina di un sabato di metà luglio, anziché stare in coda per andare al mare a Ostia Lido, me trovo dietro un bancone a lavorare e sorbirmi le stupidi e invadenti domande di uno sbarbatello evidentemente in vacanza. E te dice pure bene che non me so’ svegliata storta, sennò te davo na pizza!”. Al ché, ho deglutito e ho ordinato la colazione.

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