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Il rinfresco

  • Immagine del redattore: Antonio Pilogallo
    Antonio Pilogallo
  • 7 mag 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

Sapendo di dovermi trasferire in un posto così diverso da quello da dove provengo, ho passato i mesi prima della partenza a importunare chi c’era già passato. Ho chiesto loro consigli, informazioni, contatti… insomma, tutto il necessario per prepararmi al meglio ad affrontare il peggio.

Così, prima ancora di partire già sapevo che era meglio:

  • non andare nel panico per ogni puntura di zanzara, sennò ci rimani secco di crepacuore piuttosto che di malaria

  • non aspettarmi di trovare nutella nei supermercati :(

  • non prendere casa al 19esimo piano, che riparare un ascensore può richiedere mesi

  • non innervosirmi per le interlocuzioni flemmatiche, anche quando sembra che al punto non si arrivi mai

  • non innervosirmi quando l’interlocuzione finisce senza che davvero non si è arrivati a nessun punto (!)

Fra le varie avvertenze ricevute, una mi colpì particolarmente. Roba che se mi fosse capitata senza essere preparato sarei rimasto, tipo, shockato: l’usanza del rinfresco.

In Mozambico con la parola rinfresco non s’intende, chessò, il buffet preparato a margine di una conferenza. E neppure il comprare del cocco bello-cocco fresco, o una semplice birra durante una giornata al mare.

Piuttosto, se si volesse tradurre dal gergo locale all’italiano, la parola più indicata farlo sarebbe.. mazzetta!

Se non l’avessi saputo prima, quando mi sarebbe successo, avrei pensato: “Ammazza sti funzionari/parcheggiatori/doganieri/etc mozambicani.. tutti accaldati!”. Prima di capire e, appunto, scandalizzarmi. Averlo saputo prima, invece, ha reso la cosa quasi (ma sottolineo quasi) divertente.

I più fantasiosi sono i poliziotti, famosi per inventarsi qualsiasi scusa pur di arrivare a chiedere un rinfresco:

“Il suo passaporto non è in regola. Ci sarebbe la multa e poi dobbiamo andare in questura.. Ma se vuoi ti posso aiutare!”

“Ah, è stata una giornata pesante di lavoro? La capisco, eh, ci vorrebbe proprio un caffettino..”

“Ma come, le sembra giusto che lei torna a casa dopo una serata a divertirsi e noi dobbiamo stare qui, sulla strada, senza neppure un paio di birrette?”

Il trucco, che poi è lo stesso usato da loro, è prenderli per sfinimento. Si avviano così vaghe conversazioni che possono durare da un minuto a una mezz’oretta, prima che una delle due parti ceda.

Ma a quel punto il rinfresco serve davvero ad entrambi..

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